CEV Challenge Cup M: Verona nella storia

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FAKEL NOVY URENGOY - CALZEDONIA VERONA 2-3 (20-25, 25-18, 20-25, 25-21, 6-15) 

FAKEL NOVY URENGOY: Vlasov 12, Likhosherstov 1, Kolodinskiy 5, Shipotko, Iakovlev 8, Tiurin 15, Shishkin (L), Volkov 21, Bezrukov, Tokhtash, Kliuka 17. Non entrati Bogdan. All. Chutchev.

CALZEDONIA VERONA: Zingel 14, Kovacevic 17, Pesaresi (L), Gitto 1, Lecat, Spirito, Baranowicz 3, Starovic 16, Bellei, Sander 20, Anzani 10. Non entrati Bucko. All. Giani. ARBITRI: Bagde Ali - Isajlovic Sinisa. NOTE - Spettatori 710, durata set: 23', 24', 24', 27', 12'; tot: 0'. Fakel NOVY URENGOY : Battute errate 17, Ace 4. Calzedonia VERONA : Battute errate 13, Ace 6.

 

Mille spettatori, sindaco compreso, in trepidazione davanti al maxischermo del PalaOlimpia, altre migliaia a casa, davanti alle immagini di FOX Sports, ma tutti con il cuore in Siberia. Alla fine l’epilogo ha premiato tutti: la Calzedonia Verona ha annullato il fattore campo al Novi Uregoy e con la vittoria al tie break (lo stesso risultato dell’andata a Verona) alza la Challenge Cup al cielo. Lo fa all’esordio assoluto in una coppa europea, portando la prima coppa continentale di pallavolo all’ombra dell’Arena.

La squadra di Giani ha controllato il gioco siberiano, lavorando molto a muro per fermare il trio Tiurin, Volkov e Kliuka. Baranowicz ha sfruttato al meglio tutti i suoi attaccanti, mandandone 5 in doppia cifra e caricando soprattutto un ottimo Starovic. La squadra è così riuscita ad evitare il golden set di spareggio guidando fin dal primo punto il quinto parziale e chiudendolo seccamente 15-6.
Era dal 2013, con la vittoria di Piacenza, che all’Italia mancava una vittoria nella Challenge Cup. Su nove edizioni, questo è il quinto titolo per i Club italiani, che marchiarono di tricolore la Challenge alla nascita, nel 2008, grazie a Modena. La Challenge, come terzo blasone europeo per Club, è anche la prosecuzione storica della vecchia CEV Cup.

 

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