
"La pallavolo unisce coloro che sono separati da una rete. Grazie mille per questa esperienza che ci avete regalato! Ci piacerebbe invitarvi a casa nostra in Ucraina quando la guerra sarà finita". L'appuntamento è già fissato, in Ucraina, appunto un giorno.
E' questo uno dei messaggi che ragazzi e ragazze ucraine hanno lasciato in Italia dopo aver vissuto queste due settimane nel nostro Paese grazie al progetto “3 tocchi per la pace”.
Un viaggio pallavolistico e umano per 35 ragazzi e ragazze ucraini (la maggior parte minorenni) originari di Bakhmut, nella regione di Donetsk.
E' Alina che racconta la loro storia. "Proprio il giorno in cui è iniziata la guerra su vasta scala, eravamo a Poltava, per un torneo, siamo rimasti bloccati una settimana e quando siamo tornati a casa, alcuni edifici erano già stati distrutti e non potevamo più allenarci perché era pericoloso per la nostra vita! Dopo un po' di tempo, la nostra allenatrice ha ricevuto un'offerta per lasciare la città e trasferirci in Polonia. Siamo arrivati a Proszowice (non lontano da Cracovia) il 2 aprile 2022 e da allora viviamo lì". Nel conflitto questi ragazzi hanno perso chi un parente, chi un genitore. Ma hanno continuato a studiare e a giocare a pallavolo. E in Polonia è nata l'idea di fali venire in Italia. In queste due settimane c'è stato tanto sport, allenamenti, ma anche tanto divertimento. "Siamo molto grati per tutto quello che hanno fatto iin Italia, questo è molto importante per noi, soprattutto in un momento così difficile, quando non ci sono molti motivi di gioia, perché la nostra città natale, le nostre case, sono distrutte".
Un'esperienza intensa anche per i ragazzi e le ragazze italiane che hanno condiviso questo tempo con le due squadre ucraine, scambiandosi esperienze e racconti. Dopo un primo periodo ad Ascea (nel Cilento) con Manù Benelli coordinatrice del camp, i due gruppi si sono separati: le ragazze si sono fermate a Susegana, mentre i ragazzi hanno proseguito per Biella. In ognuna di queste tappe i giovani ucraini hanno condiviso non solo la palestra, ma anche esperienze intense con i pari età italiani. E ogni saluto, fra lacrime ed emozioni, è diventato un arrivederci. Su un altro campo di volley, ma anche in un Paese senza più la guerra.
L'intero progetto è sostenuto dalla Federazione Italiana Pallavolo, dalla Fondazione Decathlon e da Experience, costola di Moxa (Modena per gli altri). Si ringrazia la Volley Academy Manú Benelli, la Pallavolo Susegana, la Scuola Pallavolo Biellese e Officina Volley Terni per il contributo fattivo nella realizzazione del progetto a cui ne seguiranno altri, con un doppio binario sportivo e sociale. Grazie anche al Villaggio Elea ed al Comune di Ascea per la sensibilità dimostrata.