Il tecnico Marco Mencarelli traccia il bilancio della stagione del Club Italia CRAI

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Calato il sipario sul Campionato di A2, che il Club Italia CRAI ha chiuso al 4° posto della Pool Salvezza, per la formazione federale è tempo di bilanci. A tracciare il resoconto su questa annata pallavolistica è il tecnico federale Marco Mencarelli, tornato alla guida delle azzurrine dopo sei stagioni trascorse in A1 tra Busto Arsizio, Scandicci e Firenze.

Non ho avuto la sensazione di aver perso il filo del discorso in questi anni che ho trascorso lontano dal Club Italia – esordisce Mencarelli -. Il bilancio di questa stagione è estremamente positivo. Tangibili la crescita delle ragazze e quella del gioco della squadra. E’ positivo anche il fatto che un gruppo così digiuno di competitività e di competizione sia riuscito a tenere botta e a conseguire 10 vittorie. A tutto questo poi si aggiunge il fatto che, le cose che non mi sono piaciute, sono state tutte inquadrate in maniera molto delineata e ci danno modo di programmare il futuro.

Verificare l’esistenza di aspetti che non vanno bene, ma inquadrare subito quali possano essere le linee di sviluppo successive e le linee programmatiche, mi fa dire che l’obiettivo è da considerarsi centrato. Lo sviluppo successivo porterà a ulteriori analisi e strategie di lavoro”.

Quello del Club Italia è un progetto di crescita continua che si fonda su aspetti ben definiti.

Il Club Italia è un progetto che deve essere sempre in evoluzione e in sviluppo positivo – prosegue il tecnico delle azzurrine -. E’ per questo che ci sono degli obiettivi primari imprescindibili: la formazione individuale di atlete che, durante l’estate, possano consolidare le prestazioni con le Nazionali giovanili e la proiezione del livello alla serie A1. Reputo l’approdo nella massima serie tra gli aspetti fondamentali di questo percorso. Il passaggio e l’acquisizione di competitività in A1 devono essere considerati il viatico per la nostra Nazionale Seniores. L’obiettivo di un progetto formativo di questo tipo deve quindi portare a un livello di competitività in A1 che permetta a queste ragazze di giocarsi al meglio le proprie opportunità”.

Per fare questo Mencarelli deve trovare un’ultima ‘soluzione’.

Il cambiamento generazionale e di personalità difronte al quale mi sono trovato in questa stagione mi ha un po’ spiazzato – sottolinea Mencarelli –. Le mie 12ª e 13ª generazione di pallavoliste risultano molto diverse, da un punto di vista mentale e sociale, rispetto a molte di quelle precedenti. Devo capire se si tratta di cambiamenti legati in particolare a queste due generazioni o se hanno radici nel sociale. In base a questo dovrò valutare come (e se necessario) correggere l’approccio e adeguarmi. Quest’anno ho puntato molto su tre elementi: il bisogno di autonomia, l’autodeterminazione e l’auto-esigenza soprattutto in allenamento. Questi tre elementi, che sono stati i punti di forza di tutte le migliori atlete che sono uscite dal Club Italia, sono in trend negativo, salvo qualche eccezione, nelle ultime due generazioni. Si tratta sicuramente di aspetti su cui dovremo lavorare”.

Chiusa la stagione lo sguardo è già proiettato al futuro.

Per diverse ragazze il Club Italia finisce quest’anno - aggiunge Mencarelli -. Alcune erano state inserite con un progetto annuale legato soprattutto su un’ipotesi di cambio di ruolo. Un cambio che per alcune si è rivelato un salto di qualità importante, per altre non è risultato determinante per il futuro e la carriera. In altri casi, invece, si tratta di atlete arrivate alla fine del percorso, oppure di ragazze che proseguiranno la propria attività altrove poiché c’è stata un’erronea interpretazione della filosofia del Club Italia. Per far parte di questo progetto, infatti, è necessario che le ragazze abbiano la determinazione di puntare in alto: il sogno deve essere consolidato dentro le menti delle atlete che confluiscono all’interno di un percorso di questo tipo. E’ una delle pochissime strade certificate per arrivare in A1 e in Nazionale Seniores. Se manca quel sogno c’è poco da fare. Ci sono altre realtà che qualificano le ragazze. Progetti che, con un processo un pochino più lento, conducono le atlete al proprio massimo livello che può essere la A2 o la B1. L’offerta formativa in Italia per la pallavolo femminile è estremamente ampia. Una delle discriminanti per aderire al Club Italia sono l’ambizione e il sogno di arrivare a tutti i costi ad altissimo livello. Serve anche ad affrontare delle difficoltà: dico sempre alle ragazze che le cose semplici le fanno le altre, loro sono chiamate a fare le cose difficili perché è un percorso che pone degli ostacoli non indifferenti. Nella fase selettiva è quindi necessario valutare una certa predisposizione mentale per poi implementare questo aspetto con delle strategie operative”.

E nel tracciare il positivo bilancio del Club Italia, il tecnico Marco Mencarelli conclude: “La ricerca del risultato che conta è propria delle Nazionali giovanili. Il risultato, però, è anche indice di quanta autodeterminazione, auto-esigenza e autonomia cioè nella gestione dei tempi dell’allenamento e della partita. La differenza sostanziale è che la competizione, con le Nazionali Giovanili è l’obiettivo che ci porta al risultato, nel Club Italia è il mezzo che ci abitua a competere. Una piccola ma sostanziale differenza da un punto di vista programmatico”.