Su Panorama.it i segreti dell'Italia di Mauro Berruto

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E' online sul sito panorama.it, a firma Cristina Marinoni, una intervista esclusiva al ct della nazionale maschile Mauro Berruto, che ripercorre la grande stagione degli azzurri conclusasi con il quarto posto nella Coppa del Mondo. Il primo motivo per cui considera l’esperienza cosi' positiva? Abbiamo dato prova di poter competere alla pari con qualsiasi team. Le cifre parlano chiaro: Polonia e Brasile, seconda e terzo in graduatoria, si sono aggiudicati il nostro identico numero di vittorie. Come se non bastasse, nel confronto diretto l’Italia ha battuto il Brasile tre volte campione del mondo: un successo che mancava da 8 anni. E questo è il secondo motivo per cui sono molto soddisfatto della nostra World Cup (sorride, ndr). Non vedevamo l’ora di affrontare quella sfida ed eravamo carichi a mille: abbiamo giocato la partita perfetta e abbiamo abbattuto un muro che, dopo tanti anni, sembrava incrollabile. A dimostrazione che l’approccio giusto riesce a rovesciare qualsiasi pronostico. La spinta emotiva è sempre fondamentale, certo. Contro i verdeoro, però, anche la strategia “su misura” ha contribuito parecchio a compiere quella che reputo una vera impresa: annullare 8 match point e sorvolare sulle varie valutazioni arbitrali sfavorevoli, in un confronto talmente carico di sensazioni intense, non è una passeggiata. “Strategia su misura”, dice: cioè? Abbiamo stravolto la preparazione tattica: invece di lavorare sulle caratteristiche degli avversari, ci siamo concentrati sulle nostre, con l’obiettivo di valorizzare le qualità che ci contraddistinguono.
Che sarebbero? Tralascio le doti tecniche perché sono evidenti: tra battute, muri e attacchi non abbiamo nulla da invidiare a nessuno. Il valore aggiunto sta nel gruppo: si è formato soltanto qualche mese fa, eppure è già amalgamato. La nostra forza risiede proprio nella coesione e nell’eccellente integrazione dei diversi reparti: da maggio a dicembre i ragazzi hanno partecipato a tre competizioni di massimo livello – World League, Europei e World Cup – e il progresso in ogni evento è stato esponenziale.
Invece, dove ritiene che la squadra debba migliorare? Nell’abilità di sfruttare l’occasione: dobbiamo imparare a tenere i conti nei momenti decisivi, quando è una palla a terra in più a fare la differenza. Se potessi rigiocare un incontro, non avrei dubbi, sceglierei Polonia-Italia; precisamente, la seconda parte del match. In vantaggio di due set, vi è scivolata di mano la vittoria che avrebbe assicurato il posto a Londra: non imputa la sconfitta a un calo di tensione? No, caso mai è accaduto il contrario. La tensione è rimasta altissima durante l’intero torneo perché l’argento europeo ci aveva ineittato una gran voglia di far bene, soltanto che la smania di dare il massimo finisce spesso per paralizzare e così è capitato contro la Polonia. Coach Anastasi (predecessore di Berruto alla guida dell’Italia, ndr) ha approfittato al volo della nostra défaillance ed è stato bravissimo a effettuare i cambi azzeccati. E i suoi atleti sono stati altrettanto in gamba a mettere in atto il suo schema.

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